Nonostante il cattivo tempo, gli ultimi ponti come Pasqua, 25 aprile e Primo maggio hanno aperto la stagione delle vacanze nelle località di villeggiatura.
Al mare non si fa ancora il bagno, ma tante persone approfittano di questi mini break o dei weekend per vendere o comprare una seconda casa. Il mercato immobiliare nelle zone di mare, infatti, appare in salute. Meglio di quanto dicano le previsioni.
Segmento estraneo dalle medie di settore
Secondo tante statistiche, il mercato della casa è in una fase di stallo, soprattutto a causa del rincaro dei mutui che frena gli acquisti.
Lo ha scritto anche l’ultimo bollettino statistico della Banca d’Italia, che ha ripreso il “Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia”, condotto presso gli agenti immobiliari tra gennaio e febbraio.
Le prospettive a breve e quelle sull’orizzonte di due anni restano deboli e la larga maggioranza degli operatori continua ad attendersi una stabilità dei prezzi. Eppure questi sono andamenti generali, che mescolano grandi e piccole città.
Il segmento delle località di villeggiatura è molto particolare, perché sfugge persino alle statistiche provinciali.
Se, per fare un esempio, il mercato di una città come Genova dovesse apparire ingessato, ciò non significa che le coste più ambite del suo territorio circostante vadano male.
E ancora, nelle stesse località di mare, il mercato delle abitazioni è sempre spaccato a metà, perché esiste una fascia di territorio a meno di 1 km dal mare, che in sostanza permette di andare in spiaggia a piedi, dove la domanda è sempre sostenuta.
E i prezzi tengono sempre. Una fascia dove il costo di acquisto è sempre sensibilmente più alto rispetto alla media del territorio (motivo per cui, in certe zone, i residenti tendono a prendere casa nell’entroterra).
Già nel 2022, le seconde case al mare erano state le campionesse della ripresa. Secondo l‘Osservatorio Nazionale Immobiliare Turistico, elaborato da Fimaa-Confcommercio in collaborazione con Nomisma, nel 2022 l’aumento delle compravendite nelle località turistiche era stato del 41,1% rispetto al 2021, sette punti in più rispetto alla media generale del mercato (+34%).
E proprio le località sulla costa avevano fatto segnare +43,4%, contro il 35% della montagna e il +29,6% del lago.
Il report sottolineava che, nonostante il caro mutui, il ridimensionamento del segmento “seconda casa” sarebbe stato tutto sommato modesto, grazie a un bacino di potenziali acquirenti che “rimane straordinariamente rilevante”.
Tradotto, vista la mole di liquidità ferma sui conti correnti italiani, la seconda (o terza casa), che sia per utilizzo diretto, o a scopo investimento, attira comunque.